I campioni della solidarietà «L’impresa per i bimbi del Perù»
Giglietti racconta la traversata a piedi in Bolivia del lago coperto da una crosta di sale«Esaudito il sogno di Federica Stroppa, nuotatrice paralimpica. Iniziativa a scopo benefico»
Simone Giglietti è un campione non solo di sport, ma anche di solidarietà. La sua ultima impresa, «Ad un passo dal cielo», è stata quella di attraversare a piedi il «Salar de Uyuni» in Bolivia, un lago di sale grande quanto l’Abruzzo. Lo abbiamo intervistato.
Simone, come mai questa avventura? «Non era una gara, ma un’iniziativa a scopo benefico per aiutare i bambini poveri del Perù».
Ci racconti di più.
«L’idea è partita da Federica Stroppa, nuotatrice paralimpica di Fabriano, che aveva questo sogno di attraversare il lago di sale per raccogliere fondi da destinare ai bambini peruviani seguiti da una missione religiosa a lei cara. Mi ha contattato il mio amico poliziotto Raniero Zuccaro e insieme ci siamo preparati con impegno per più di un anno».
Come mai è stato necessario tutto questo tempo? «Federica per la sua disabilità aveva bisogno di una speciale carrozzina: ingegneri da Bergamo e tecnici locali ci hanno lavorato per sei/sette mesi. Poi ci siamo dovuti allenare in altura perché il lago di sale si trova a quasi 4 mila metri sul livello del mare».
Una grande impresa…
«Abbiamo impiegato tre giorni percorrendo complessivamente121 chilometri in mezzo a un deserto salato. Federica è stata la prima atleta disabile a compiere questa impresa».
Come vi siete organizzati? «Con noi c’erano due guide locali, una nutrizionista, un medico, un fotoreporter e la mamma di Federica. Occhiali da sole e creme solari (protezione 50) sono stati fondamentali. Di notte era molto freddo, mentre durante il giorno si percepivano fino a 35 gradi. Abbiamo dormito in tenda e nella grotta presente in una piccola isoletta. Il Salar de Uyuni è un vecchio lago salato prosciugato, ha una profondità di circa 100 metri… C’è solamente sale».
Avete avuto difficoltà? «Sì, all’inizio abbiamo avuto qualche problema per l’altitudine, poi però si è risolto tutto per il meglio».
Come vi siete sentiti al traguardo? «Federica ha pianto per la felicità e io ero orgoglioso di averla aiutata a realizzare questo grande sogno. Per tutti è stato un onore poter aiutare il villaggio peruviano. Molti sponsor ci hanno dato il loro sostegno e non finiremo mai di ringraziarli».
Simone Giglietti è un atleta cingolano che vanta numerose competizioni che lo hanno visto protagonista. Ha iniziato a correre in prima media e già il professor Andrea Cavalletti ne aveva notato il talento spronandolo a praticare l’atletica. Così ha fatto e, per tutta la vita, si è sempre allenato nei momenti liberi della giornata. A 16 anni, quando iniziò a lavorare, si alzava alle 4 e mezzo per andare a correre e poi faceva il muratore, mestiere che ancora esercita con la sua impresa edile. «Il mio campione di riferimento – racconta – era Gelindo Bordin, l’avevo conosciuto tramite Nazareno Rocchetti e volevo diventare come lui». Nel 2014 ha partecipato alla sua prima maratona nel deserto del Sahara, dove ha affrontato pure una tempesta di sabbia. Poi ha replicato l’impresa nel 2019, piazzandosi settimo in 10 ore, 58 minuti e 7 secondi. Nel deserto ha corso pure in Namibia, sfidando temperature sui 50 gradi e scalandola duna più alta del mondo (400 metri sul livello del mare). «Lì – spiega Giglietti – devi correre stando sempre sulla cresta, altrimenti i piedi affondano e, se entra sabbia nelle scarpe, non riesci più ad andare avanti: i piedi si feriscono. È fondamentale bere ogni 10 minuti piccoli sorsi d’acqua, sennò rischi di disidratarti. Ma il segreto è un altro: stai bene? Allora rallenta!».
Il podista cingolano vanta la medaglia della «Marathon Majors», ricevuta per aver portato a termine le sei maratone più importanti del mondo: Boston, Londra, Tokyo, New York, Berlino e Chicago. A Cingoli ha fondato una società sportiva, di cui è presidente, che annovera una quarantina di tesserati. Questo per coltivare la sua passione e coinvolgere tanti più ragazzi e ragazze nello sport, trasmettendo i valori di amicizia, solidarietà e rispetto verso il prossimo.
Classe 2ªA di Cingoli
Matteo Ultimi, Sara Conforti, Lucrezia Rossetti, Giacomo Pesaresi, Desmon Brandi Istituto comprensivo Coldigioco Mestica di Cingoli e Apiro