Leggi e scrivi con il digitale? Memoria e attenzione in calo
Negli ultimi dieci anni i disturbi dell’apprendimento sono aumentati del 357%, l’eccessivo uso delle tecnologie non sviluppa le capacità mentali

Carta, penna, pc. Come sarebbe un dialogo tra loro se potessero parlare? Cosa è cambiato in questi secoli e quanto è utile il digitale ma anche quali rischi affrontano i giovani? «Dai fogli di papiro dell’antico Egitto sono giunta alla consistenza di oggi e sono fondamentale per i processi di scrittura – racconta carta – Sono ecologica, versatile, facile da trasportare, su me si possono scrivere pensieri, parole ma anche disegnare liberamente. Un libro è di carta ed è altamente tecnologico: lo puoi sfogliare quando vuoi e andare avanti e indietro nella lettura senza alcun obbligo e impegno. E non devo essere caricata da una batteria».
Fa eco penna: «Anch’io sono uno strumento decisivo per la scrittura: sono ergonomica e di facile uso. Non è più tempo di calamai e pennini, oggi mi trovi nei modelli migliori per ogni tipo di scrittura, per fissare idee e pensieri». E il pc cosa pensa di se stesso e della sua utilità? «Sono la massima evoluzione del pensiero dell’uomo a partire dai primi abaco, utile per i conteggi, fino alla complessità delle operazioni di oggi. La scrittura con me è semplice: basta digitare. Sono utile, pensate al Covid, quando la didattica era a distanza e quindi si scriveva solo su di me».
I disturbi psicologici sono in aumento tra giovani e la continua crescita dell’uso del digitale nella scrittura e nella lettura è preoccupante e contribuisce al calo delle capacità mentali.
Alcune facoltà come la memoria, lo spirito critico e la concentrazione sono sempre più latenti. Negli ultimi 10 anni i disturbi dell’apprendimento sono aumentati del 357%. Gli esperti affermano che l’eccessivo utilizzo delle tecnologie è negativo per lo sviluppo delle abilità mentali. Da quando noi ragazzi usiamo il cellulare, è iniziato un progressivo deterioramento mentale inarrestabile: più la scuola si digitalizza, più calano le nostre competenze. Scrivere a mano e leggere su carta è un modo per rallentare efficacemente questo processo. Infatti quando si legge su carta si fa più attenzione e si ricorda meglio quello che si apprende.
All’Accademia militare di West Point hanno diviso un corso in due sezioni: la classe che ha usato carta e penna ha avuto risultati del 20-30% superiori a quella che ha usato il digitale. In Svezia Lotta Edholm, ministra dell’istruzione, ha sostituito tutto il digitale con la carta. Il digitale non è negativo, ma non deve spazzare via tutto il buono del vecchio mondo. Noi perciò continueremo a scrivere. W la carta e la penna.
Penelope Masiero I, Sofia Franca, Giulio Guidi, Rebecca Riggio II
Nell’anniversario di nascita di Bob Marley e Elvis Presley, che avrebbero compiuto rispettivamente 80 e 90 anni, non potevamo non parlare di musica.
Unisce tutti gli uomini.
Sempre più persone si sono unite a altre grazie alla musica, basti pensare a tutti i concerti e i festival.
La musica trasmette messaggi e tocca il cuore di tutti. Ma come vivono la musica i ragazzi? Ascoltano una musica nuova, diversa da quella delle generazioni passate e la vivono ognuno in modo differente. La musica viene creata perlopiù con il digitale e i testi parlano, ora di spensieratezza ora di disagio, ma a volte, in alcuni testi trap, con parole un po’ troppo forti e inadeguate.
La musica per i ragazzi è un rifugio dove si possono sfogare esprimendo le nostre emozioni.
Angelica e Samuele Andreatini, Jacopo Gerboni, Gianmarco Leonardi, Leonardo Molari III
Ottant’anni fa il decreto legislativo n. 23 del 1 febbraio 1945 sanciva che le donne con 25 anni di età potessero eleggere o essere elette alle prime elezioni amministrative post belliche. Una grande conquista, nel lento cammino verso l’uguaglianza dei diritti civili e politici. La guerra era appena finita e anche le donne vi avevano preso parte, in una sorta di parità con gli uomini. La donna, fino a quel momento, era regina del focolare e di proprietà maschile, dove va solo procreare e occuparsi della casa, non aveva diritto a esercitare nessuna professione, fuorché quella di insegnante o domestica, ma riuscì a ritagliarsi una nuova identità ricoprendo spesso ruoli riservati all’uomo. Non potendo avere indipendenza economica, era legata indissolubilmente alla figura maschile. Con l’introduzione dell’elettorato femminile alcuni partiti dell’epoca ebbero dubbi e timori, per la loro «debolezza». Oggi, anche se le condizioni di vita e di lavoro delle donne sono molto cambiate e migliorate, la battaglia per la parità non è conclusa. Per molto tempo il lavoro della donna è stato considerato subordinato a quello dell’uomo, nonostante la parità di genere fosse anche sancita anche dalla Costituzione italiana. Ci auguriamo che le donne non subiscano più il potere dell’uomo.
Delia Bucci, Indira Emendatori II, Giulia Fontana e Bianca Malpassi III