ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Bassani di Argenta (FE) - 3F

La panchina rossa, un simbolo Contro la violenza alle donne

I giovani cronisti della classe 3F della scuola Bassani si confrontano con un tema d’attualità «Più diritti, più possibilità, più speranza. Il fenomeno rappresenta ancora un’emergenza»

Le donne e la parità, su tema assai delicato sul quale si sono cimentati i cronisti della 3F della scuola Bassani. Più diritti, più possibilità, più speranza. Il cammino delle donne verso il futuro.

I CASI NON MENTONO Cos’è la violenza di genere? Quali sono le forme di violenza contro le donne? La violenza di genere è un crimine subito dalle donne. Esistono diverse forme di violenze.

La violenza fisica: provocata da scatti d’ira dell’uomo che causa lesioni fisiche gravi alla donna. La violenza sessuale: è un rapporto sessuale che avviene senza il consenso della donna. La violenza psicologica, si può manifestare sotto forma di minacce e ricatti. La violenza economica: quando la donna non ha possibilità di decidere come utilizzare il proprio denaro.

Un altro tipo di violenza è lo stalking, che è costituito da una serie di azioni che provocano costante ansia e paura. Lo stalking è disciplinato dall’articolo 612-bis del Codice penale, introdotto con il decreto n.11 del 2009, ma fino a 15 anni fa la legge non tutelava le donne che subivano questa violenza. Ogni anno vengono registrati numerosi casi. Purtroppo però non tutti vengono puniti. In Italia i dati che riguardano il 2024 riportano 100 casi di femminicidio, avvenuti in ambito familiare/affettivo e migliaia di violenze, un dato in crescita continua. Per fortuna ci sono associazioni disposte ad aiutarle. Ne è un esempio il numero antiviolenza e stalking 1522.

Matteo Antonino Vetrano, Rohan Ahmed, Matteo Cervellati, Enea Bignami, Flavio Emmanuello

 

IL MONDO ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI RAGAZZI… Violenze fisiche e psicologiche contro le donne. Nascono dalle idee sbagliate di superiorità maschile, dalla paura di essere lasciati da una donna, oppure perché capita di essere rifiutati e l’uomo reagisce in modo violento. Queste reazioni possono dipendere da varie cause come problemi psicologici o traumi familiari, che generano ossessione e rabbia nei confronti della donna. Molto spesso le vittime non denunciano le violenze subite per paura di essere maltrattate o accusate di menzogna. Di fronte a questi casi di violenza purtroppo la legge agisce lentamente e queste situazioni drammatiche si trasformano in femminicidi. Secondo alcuni dati, nel mondo, il 35% delle donne subisce violenza in ambito familiare.

Per migliorare la situazione bisognerebbe parlarne di più nelle scuole, in tv e in famiglia. Aiutare le vittime, creare più centri di accoglienza dove le donne possano sentirsi al sicuro; sanzioni più severe per chi fa del male, educare ragazzi e ragazze a rispettare gli altri sin da piccoli. Uno dei i simboli contro la violenza sulle donne è la panchina rossa, che ci invita a riflettere e a ricordare un’emergenza purtroppo ancora oggi attuale. Si sente spesso parlare di creare tutti insieme un mondo migliore, senza discriminazioni e violenze. Ma di questo passo la situazione potrà solo peggiorare.

Davide Bertuzzi, Simone Angelini, Travis Milazzo, David Marchitan, Rached Dkhil, Endri Vinjolli

 

Il mondo attraverso gli occhi delle ragazze… Molte donne hanno fatto la storia nella politica, come Benazir Bhutto e Indira Priyadarshini Nehru che sono riuscite ad avere un incarico importante. Benazir Bhutto è stata per due volte primo ministro in Pakistan: dal 1988 al 1990 e dal 1993 al 1996. È stata la prima donna eletta a capo di un governo democratico in un paese a maggioranza musulmana. Indira Priyadarshini Nehru fu la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro dell’India.

Lavorò in politica dal 1966 al 1977 e poi dal 1980 fino al suo assassinio nel 1984. Entrambe sono state uccise per il semplice fatto che erano donne al potere. È vero: negli ultimi anni la percentuale di donne lavoratrici sta aumentando, ma più la carica è alta più questa percentuale diminuisce. Alle donne in stato di gravidanza vengono concessi per legge 5 mesi di maternità obbligatoria, però dopo questi mesi molto spesso, devono scegliere tra il lavoro o la famiglia. Bisogna sempre sperare, lottare e soprattutto credere in quello che si fa per ottenere diritti che a noi donne sono stati a lungo negati.

Dafne Valisella, Maira Di Gregorio, Elena Brina, Stefanie Amber Mendoza, Matilde Marmocchi, Gemma Bolognesi, Giorgia Zerbini, Erika Flenda

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