ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Lucatelli di Tolentino (MC) - 3D

Otto marzo e discriminazioni Impegno di tutti per la parità

Anche nei Paesi in cui la donna non è soggetta a costrizioni possono esserci differenze di retribuzione al lavoro o difficoltà ad accedere a posizioni apicali

L’8 marzo è la Festa della Donna.

In questa occasione tutto si tinge di giallo, come il colore della mimosa che viene regalata alle donne. Noi alunni della classe 3ªD dell’I.C. Lucatelli-Don Bosco di Tolentino abbiamo parlato di questa giornata riflettendo su un argomento molto importante che riguarda i rapporti tra uomo e donna e ha tante ripercussioni sulla società: la parità di genere, cioè una condizione nella quale le persone ricevono pari trattamenti, con uguale facilità di accesso a risorse e opportunità, indipendentemente dal genere, e questo vale ovviamente anche per l’istruzione.

Letizia Menchi, Valton Emini classe 3^D

 

Nonostante i grandi passi avanti fatti nel corso della Storia, dobbiamo riconoscere che viviamo ancora in un mondo in cui la parità tra uomo e donna non è pienamente realizzata. In alcuni Paesi alle donne è vietato studiare, lavorare, guidare la macchina e mostrare parti del corpo e sono costrette ad indossare il velo. Ad esempio, le donne afgane, dopo che i Talebani hanno ripreso il potere a Kabul, hanno visto limitare ogni tipo di libertà: possono uscire di casa solo se accompagnate da un parente maschio, devono indossare il burqa e rinunciare all’istruzione e al lavoro. Trasgredire queste regole porta a gravi conseguenze: sono state aggredite donne che indossavano jeans, che semplicemente andavano in bicicletta, che suonavano uno strumento musicale o praticavano sport. È stato detto loro che con quei comportamenti così lontani dalla tradizione violavano le regole. Sono state vietate le classi miste all’università perché la compresenza tra uomini e donne è considerata «la radice di tutti i mali». Vietando le classi miste, di fatto, hanno messo in discussione il diritto all’istruzione delle donne.

Samin Pal, Gessica Bardhi, Emma Fiorgentili, 3ªD

 

Ma anche nei Paesi dove queste costrizioni non esistono, e dove la parità di genere è persino insegnata a scuola, le donne vivono quotidianamente discriminazioni sul posto di lavoro o nelle relazioni sociali. Infatti, anche se in possesso di titoli di studio e capacità organizzative, guadagnano meno rispetto agli uomini per lo stesso lavoro oppure trovano più difficoltà ad accedere a ruoli di responsabilità perché il mondo del lavoro è ancora molto maschilista.

Sofia Del Dotto, 3ªD

 

Sono tanti gli stereotipi e le frasi che alludono ad una condizione di inferiorità della donna: I veri maschi non piangono, guidi bene per essere una donna, auguri e figli maschi… Sembrano frasi senza peso, pronunciate solo per ridere, in realtà rinchiudono le donne in ruoli che non le rappresentano davvero e segnano confini di genere che le costringono in ruoli prestabiliti, imprigionandole in una gabbia invisibile.

Sofia Ansovini, 3ªD

 

I casi di femminicidio aumentano e ultimamente sentiamo parlare spesso di questo argomento per diversi motivi e in diversi modi… Ascoltiamo quotidianamente fatti di cronaca che riportano che una donna, anche giovane, è stata uccisa. Abbiamo trattato questo argomento in classe in modo molto delicato e le nostre compagne ci hanno raccontato di un film intitolato «Mia», visto su Rai Play, che tratta proprio questo argomento.

Pensandoci bene questo nome del film ha un doppio senso perché «Mia» sta a significare come il compagno la trattava in modo possessivo, come un oggetto, e anche perché questa ragazza si chiamava Mia. Questa storia mi ha fatto pensare molto a quanto sia ingiusto trattare una donna in modo inferiore perché onestamente, da maschio, ci sono molte cose che «invidio» alle ragazze e alle donne. Per esempio, mi accorgo molto spesso che sono molto più ordinate e organizzate e riescono meglio in molte cose. Una donna che stimo tantissimo è mia madre, lei ogni giorno mi è vicina e mi aiuta a migliorarmi costantemente, la vedo come un supereroe e mi dispiace tantissimo quando la faccio arrabbiare.

Matteo Pasetti, 3ª D

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