L’industria del fast fashion e il rispetto dell’ambiente
In molti Paesi si realizzano vestiti a basso costo, senza riconoscere diritti ai lavoratori e con conseguenze per l’inquinamento. Ma c’è chi sceglie una strada più virtuosa
Vi siete mai chiesti da dove provengono i vostri vestiti? La verità è che spesso vengono prodotti da Paesi lontani migliaia di km. Luca, un quindicenne come tanti, vuole comprarsi una felpa. Gli cade subito l’occhio su un capo che costa molto poco, ignaro del fatto che sia un prodotto del ‘fast fashion’: un fenomeno che consiste nel comprare vestiti a basso costo e di scarsa qualità. Mohamed, un ragazzo proveniente dal Bangladesh ha la stessa età di Luca e da anni lavora per la fabbrica di abbigliamento che piace tanto al coetaneo. Le condizioni della fabbrica in cui lavora Mohamed sono precarie. Il ragazzo vorrebbe fare il medico, ma la sua famiglia non ha abbastanza soldi per permettergli di studiare. Per questo è costretto a lavorare 14 ore al giorno, senza nessuna forma di tutela per la sua salute. La sua fabbrica per produrre i vestiti che tanto piacciono a ragazzi come Luca scarica nel fiume Brahmaputra litri di agenti chimici inquinanti. Le stesse condizioni di Mohamed e dei luoghi dove vive, purtroppo, sono presenti in tanti altri Paesi.
Come il Cile, dove c’è addirittura un ‘deserto-discarica’, Atacama, ricoperto di vestiti provenienti dall’Occidente che sono stati buttati, per poi essere portati lì, dove persone più povere li rivendono.
Alcuni di questi abiti non sono vendibili e ripararli costa di più dei vestiti stessi, perciò vengono gettati nel deserto e accumulandosi creano vere e proprie montagne di vestiti. Purtroppo questa ‘discarica’ non solo provoca gravi danni ambientali ma anche problemi gravi alla salute delle persone che vi abitano vicino e nelle baraccopoli. I vestiti gettati prendono fuoco molto facilmente e provocano fumi dannosi alla salute. I problemi legati al fast fashion non si verificano in Paesi solo molto lontani da noi.
Anche in Italia, in Veneto, le acque dei fiumi che attraversano Vicenza, ad esempio, sono inquinate dai pfas, agenti chimici che rendono i tessuti impermeabili, utilizzati dalle aziende di moda. Questi agenti chimici provocano gravi malattie alla popolazione che vi abita. Cosa fare quindi? Possiamo cambiare il futuro sia del nostro pianeta sia delle migliaia di persone sfruttate dalle industrie del fast fashion. Esistono dei negozi, in Europa e nel mondo, dove vengono prodotti abiti, cibi, e tanti altri materiali di prima necessità in modo sostenibile e con rispetto dei lavoratori. Per maggio informazioni basta visitare il sito www.willmedia.it.
Ginevra Sovrini, Alessandro Christian Blaga, Alessandro Fratta, Senad Valishta III D
«Chi salva una vita umana salva il mondo intero». In questo mondo ci sono veri eroi che hanno salvato vite umane rischiando la propria e si sono battuti in favore dei diritti umani.
Questi eroi vengono definiti ‘Giusti dell’umanità’ e meritano di essere ricordate. Il 6 marzo è stata istituita la Giornata dei Giusti per volontà del Parlamento europeo, istituita in Italia con la legge 212 del 20 dicembre 2017. Anche a Verucchio si celebra, con l’istituzione anche di un giardino per commemorane i Giusti. Inaugurato il 4 maggio 2024 a Villa Verucchio, questo giardino vuole «far conoscere a tutti le storie di vita dei Giusti e per ricordare che ogni persona può decidere di aiutare gli altri esseri umani e scegliere di agire con solidarietà» dice l’amministrazione. I giusti a cui è dedicato il giardino sono Guido Morganti, Fernanda Wittgens, Azucena Villaflor, Yusra Mardini, Pierantonio Costa e la guardia costiera italiana.
Margherita Colombo, Giacomo Pazzini e Jacopo Sberlati II A
Cos’è l’intelligenza artificiale e quali rischi possono registrarsi con il suo utilizzo? Il 6 febbraio è stata la giornata mondiale della sicurezza in rete e in un incontro di approfondimento in classe è stato fatto un approfondimento proprio sul tema IA. In classe abbiamo utilizzato il ‘Foglio intelligente’, con una serie di istruzioni siamo riusciti a vincere sempre al gioco tris. Partendo da questo gioco abbiamo fatto anche alcune scoperte. La prima forma di IA fu una macchi-na inventata nel 1642 da Blaise Pascal, si trattava di un sistema a ingranaggi che faceva addizioni e sottrazioni. Il termine IA venne inventato da John MacCarthy nel 1956 e indica la capacità delle macchine di eseguire compiti che, se fatti da esseri umani, richiederebbero intelligenza. Oggi Chat Gpt è la più famosa forma di intelligenza artificiale ma negli ultimi mesi molto si sta parlando di DeepSeek, una startup cinese sempre d’intelligenza artificiale. Durante l’approfondimento abbiamo anche scoperto delle parole chiare sull’argomento: prompt significa istruzione, output è la soluzione, Machine learning è l’algoritmo che permette un apprendimento automatico e il Deep learning è quello che permette un tipo di apprendimento più complesso in grado di dare senso anche a dati non strutturati.
Dario Carlini, Davide Celli, Emma Glicerini, Carolina Gobbi, Diego Moroni, Maria Lucia Pagnoni II B