ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Cervia 3 di Cervia (RA) - 3C

Il ragazzo dai pantaloni rosa «Film che scuote nel profondo»

Per comprendere, per raccontare senza giudicare, per cercare di capire cosa può accadere nel cuore e nella mente di una vittima di bullismo e cyberbullismo

«Non vi darà risposte, ma vi lascerà con tante riflessioni, perché non farà solo piangere». Queste sono le parole che ci hanno accompagnato durante una soleggiata mattinata di dicembre e non solo, che vogliamo regalarvi. Una giornata speciale, in cui le classi terze del nostro istituto si sono recate nella sala del Cinema Sarti, a pochi passi dalla nostra scuola, per la visione del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa“. Il film è ispirato alla storia della vita di un quindicenne vittima di bullismo e cyberbullismo, che si tolse la vita il 20 novembre 2012. Eravamo stati avvisati che sarebbe stato un film dal contenuto molto forte. E così è stato. di noi hanno pianto, persino alcuni compagni dai quali non ti aspetti una sensibilità così struggente. Sulla via del ritorno, eravamo silenziosi a differenza del solito brusio prodotto da una qualsiasi normale classe terza, mentre le nostre menti, erano più attive che mai. Tante domande, tanti dubbi, il bisogno di risposte. Questo è stato l’argomento di cui si è parlato nei giorni e nelle settimane successive. Ne sono seguite riflessioni, letture e svariati lavori in classe.

Film di questo genere non possono fare altro che scuotere nel profondo, farti riflettere veramente.

Così è successo a tutti noi. Alcuni degli aspetti su cui più abbiamo riflettuto è capire quanto l’uso improprio e malato dei social possa diventare pericoloso, quanto sia sottile lo strato di ghiaccio tra la vita e la morte. E per questo dobbiamo essere più attenti, più consapevoli, più gentili, senza giudicare e giudicarci, guardandoci dentro e osservando ciò che si svolge attorno a noi con più attenzione.

È proprio da vicende come queste che dobbiamo prendere esempio per non ripetere gli errori che altri prima di noi hanno commesso. Perché una vita spezzata è una vita spezzata per sempre e nessuno sarà in grado di riportarla indietro. Nessuno sarà in grado di risparmiare le urla e i pianti di dolore di una madre e di un padre che perdono il dono più grande della vita, oltre a parenti e amici. Parlando a nome di tutti gli studenti, dedichiamo un minuto di silenzio a tutte le vittime innocenti di questo fenomeno che rappresenta un serio pericolo soprattutto fra noi adolescenti. Cerchiamo di riflettere, di impegnarci nel nostro piccolo per migliorarci un poco alla volta.

Facciamolo. Lo dobbiamo fare insieme attraverso un occhio più vigile verso noi e gli altri. Parlandone. Perché quando la cronaca annuncia certe notizie, non ci sono né vincitori né vinti: abbiamo perso tutti! Un grande saluto a te Andrea Spezzacatena, vittima di bullismo e cyberbullismo, da cui purtroppo non sei riuscito a difenderti.

Di seguito, alcune parti tratte dalle lettere e dalle risposte ai quesiti che abbiamo elaborato cercando di farlo al meglio. «Un fortissimo abbraccio alla madre di Andrea.

Sei riuscita a perdonare. Sei riuscita a trasformare il tuo dolore in un esempio di vita che vuole aiutarci a essere più attenti, a essere migliori». «Se fossi stato nei panni della vittima, penso che avrei cercato di bloccare tutta questa cattiveria, magari parlando con i bulli per capire il motivo di queste brutte azioni. Nei panni del bullo avrei cercato di scusarmi e soprattutto di aggiustare ciò che d’ingiusto avevo fatto. Se mi fossi ritrovata in uno spettatore, sicuramente non sarei rimasta immobile a guardare. Avrei cercato di far ragionare i bulli, calmare la vittima e porre fine a tutto, a costo di denunciare io stessa l’accaduto, perché cose del genere non possono passare inosservate».

«Per molti non è facile aprirsi ed esprimersi, non è facile rivivere anche solo con la mente vagando in quei brutti ricordi che si cerca di dimenticare il prima possibile. Episodi davvero sgradevoli, umilianti, che ti tolgono la voglia di vivere. Il compito di un genitore non è quello di proteggere e difendere il proprio figlio da attacchi esterni. È quello di educarli al rispetto, alla gentilezza, all’altruismo, ad aprirsi senza paura di essere giudicato».

«Bisogna smettere di pensare di togliersi la vita, perché in realtà non si risolve niente con la morte. Si aggiunge, oltre al proprio dolore, anche quello delle persone che ti hanno asciugato le lacrime nei momenti bui e che ti hanno tenuto la mano accompagnandoti verso il difficile cammino della vita». «Ci sono ancora persone che sono prese in giro solo per essere diverse da noi, come se fossimo tutti robot programmati per essere perfetti, senza personalità, senza emozioni di nessun tipo».

«“Le parole sono come vasi di fiori che cadono dai balconi: se sei veloce li schivi e ci passi sopra, ma se sei troppo lento ti colpiscono dritto in testa. E ti uccidono“. Queste sono le parole del film che mi hanno coinvolto. Dobbiamo imparare da questo, dobbiamo capire che le parole sono lame e per questo devono essere utilizzate con ragione. Sempre!». «Quei pantaloni sono diventati rosa, ma non per colpa di tua madre. Il rosso era semplice, il rosa unico e rappresentava le cose più belle, vivaci, allegre, felici… Forse alcuni hanno parlato per dare aria alla bocca, anche se l’aria che è uscita aveva un tono scherzoso, divertito, mentre quando è arrivata al tuo orecchio aveva un tono offensivo». «Mi dispiace per come sia andata a finire la tua storia, con quell’atto estremo, perché qualcuno ti ha talmente rovinato la vita, mettendoti in imbarazzo davanti a tutti, solo per essere popolare, e voler fare il bullo. Alla fine non ce la facevi più, e sei arrivato alla conclusione che l’unico modo per finirla con quella storia era porre fine a tutto quanto». «Mi hanno sorpreso la tenacia e il carattere di Andrea, il modo in cui inizialmente è riuscito a reagire. Mi ha insegnato che devo essere forte, che devo parlare e non tacere».

Docente: Manuela Valzania Classe: 3C, scuola media Cervia3. Cronisti: Alessandra Canini, Maya Celli, Giada Civinelli, Andrea Donati, Riccardo Merloni, Arianna Bernardi, Carlotta Neri

 

La Giornata internazionale delle persone con disabilità è stata proclamata nel 1981.

Un momento molto, molto importante! Deve ricordarci l’importanza di valorizzare ogni persona attraverso le sue potenzialità, perché ognuno di noi è un essere unico e irripetibile.

Grazie alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006, sono stati promossi i diritti e il benessere, riaffermando il principio di uguaglianza e la necessità di garantire la loro partecipazione a tutti gli aspetti della vita sociale.

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