ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado G. Marconi di Casalecchio di Reno (BO) - 1B, 1C, 1E, 3A

Il kaki sopravvissuto alla guerra Un simbolo di pace e speranza

La classe 3A dell’Istituto Marconi ci parla della storia dell’albero e di chi se ne è preso cura Piantato un germoglio nel giardino della scuola. Poi la manifestazione contro la guerra

Come un germoglio può diventare un simbolo di pace e speranza per tutto il mondo? Abbiamo provato a capirlo aderendo all’iniziativa Kaki Tree Project. Tutto ha origine da un albero di Kaki (o cachi) che sopravvisse miracolosamente all’esplosione della bomba atomica a Nagasaki il 9 agosto 1945. La città fu distrutta da un bombardamento che sconvolse il mondo intero e causò la morte di decine di migliaia di persone.

Questo albero, con oltre metà del tronco bruciato e annerito, sopravvisse grazie alle amorevoli ed esperte cure di un arboricoltore locale, Masayuki Ebinuma, che, osservando le condizioni precarie del giovane albero, decise di prendersene cura e rimetterlo in salute. Dopo un po’ di tempo, il Kaki non solo si mise in salute, ma iniziò a produrre germogli, un simbolo di pace, speranza e resilienza per tutti. Fino a oggi, i germogli dell’albero madre sono stati piantati in circa trecento siti diversi in ventisette paesi del mondo, coinvolgendo circa 30mila bambini.

Nel 2022, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne ha voluto uno nei giardini presidenziali. La nostra scuola, come già molte altre scuole d’Italia e dell’Emilia Romagna, ha aderito al progetto: il 5 maggio, uno di questi germogli è stato piantato con una cerimonia ufficiale nel giardino della nostra scuola media, le G. Marconi di Casalecchio.

Nell’ottica del progetto, durante le cerimonie di piantumazione, vengono organizzati numerosi eventi artistici per creare ricordi positivi legati all’albero di Kaki.

Questi eventi includono varie forme di espressione artistica come il disegno, la danza e il canto. La nostra scuola con le altre scuole del territorio ha dedicato tutta la giornata a tale evento. Dopo la colorata marcia per la Pace per le vie di Casalecchio, con canti, slogan e striscioni, tutte le classi si sono recate a Teatro, dove hanno visto lo spettacolo ’Armonie di pace, un viaggio tra suoni armonie e colori’. Diffondendo i germogli dell’albero madre in tutto il mondo e incoraggiando i giovani a esprimersi attraverso l’arte, il progetto trasmette un messaggio vitale alle giovani generazioni sull’importanza della pace, del disarmo nucleare e della memoria storica. Come affermava Papa Francesco: «La bellezza dell’arte fa bene alla vita e crea comunione».

Classe 3A della scuola secondaria di primo grado Marconi di Casalecchio: Magdalena Letizia Bernardi, Sofia Giulia Fabbri, Wendy Shehu. Professoresse: Manuela Bonadei e Annalisa Foresta

 

Ieri mattina avete visto un serpentone colorato e rumoroso per le vie cittadine? Erano gli studenti delle Marconi che manifestavano a favore della NonViolenza.

Il termine coniato da Aldo Capitini ha un significato profondo che indica l’assenza di guerre e implica una cura attiva contro le ingiustizie e la violenza in tutti i suoi aspetti, richiedendo consapevolezza, responsabilità e attivismo e basandosi sulla giustizia, che è essenziale per la Pace. La Nonviolenza deve avere un posto nel nostro quotidiano: noi, nel nostro piccolo, abbiamo svolto il progetto ’La coperta di Yusuf’, che consiste nel fare a mano dei quadratini colorati di lana, che poi verranno raccolti in tutto il mondo, spediti a Lampedusa e cuciti insieme dalle donne del luogo per creare una coperta gigante in ricordo dei migranti che hanno perso la vita nell’illusione di un futuro migliore.

 

Il 14 aprile abbiamo intervistato Maurizio Sgarzi, presidente dell’associazione Percorsi di Pace con sede a Casalecchio di Reno, che porta avanti il progetto Kaki Tree nelle scuole, per sensibilizzare i comuni e i ragazzi sul tema della lotta per preservare la pace.

Come nasce il progetto? «Il progetto nasce nel 1995, quando Tatsuo Miyajima, un artista contemporaneo, viene a sapere della storia del Kaki che diventa un simbolo di pace da trasmettere alle nuove generazioni. Miyajima decise di diffondere il simbolo regalando i germogli della pianta dei cachi di Nagasaki ai bambini e ragazzi di tutto il mondo. Nel 1996 avviene la prima piantumazione ufficiale del Kaki nel giardino di una scuola elementare di Tokyo.

Dopo, nel 1999 Miyajima ha presentato l’albero Kaki alla Biennale di Venezia, nella speranza di renderlo così un simbolo internazionale. Nel 2020 è stata fondata in Italia l’associazione ‘Nagasaki-Brescia KAKI TREE for EUROPE’ con l’obiettivo di diffondere i germogli in tutta Europa.

L’Associazione possiede una gigantesca serra con cachi su richiesta. Quando si pianta un seme non si ha la certezza che la pianta cresca. Ora infatti non si regalano semi, ma piante già cresciute, così è molto più probabile che la pianta cresca. Queste piante sono le figlie del caco sopravvissuto dalle bombe atomiche.

Qual è la nazione con più Kaki? «La nazione con più Kaki di tutte è l’Italia, ma la città con più Kaki è Casalecchio. Abbiamo cominciato noi con la Casa della Pace quattro anni fa, piantando il primo Kako a Casalecchio davanti alla Casa della pace».

1B: Eleonora Caselli. 1C: Mariapia Infantile, Alice Calzolari, Stella Chiapperino, Frida Venturi, Elena Lolli, Emma Borgatti. 1E: Maè Colazzo, Camilla Tormen.

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