Dieta mediterranea, modello vincente Tradizione e sostenibilità a tavola
Gli studenti di Civitella hanno intervistato alcuni agricoltori locali del mercato cittadino sui prodotti più venduti «Dobbiamo valorizzare il km0: è un modo per costruire un futuro migliore, partendo da ciò che mettiamo nel piatto»

La Dieta Mediterranea non è solo un modo di mangiare, ma uno stile di vita. Questo modello alimentare nasce nei paesi bagnati dal Mare Nostrum, come l’Italia, e si basa su cibi semplici e genuini. Il termine fu usato per la prima volta a fine anni ’50 dai biologi americani Ancel Keys e Margaret Haney, i quali hanno dimostrato che questo tipo di dieta può essere un potente alleato per la salute. Oggi ci sono molti studi che confermano come questo regime alimentare possa ridurre il rischio di malattie cardiache, prevenire tumori e obesità e promuovere un invecchiamento più sano e attivo.
Ma cosa prevede esattamente la Dieta Mediterranea? Soprattutto pane (meglio se integrale), legumi, cereali, verdure e frutta di stagione, pesce, olio Evo, semi oleosi e frutta secca. Abbiamo voluto fare un’indagine sul nostro territorio, la Val Bidente, per capire se la Dieta Mediterranea fa parte delle nostre abitudini. Per cominciare, abbiamo ascoltato i racconti dei nostri nonni che hanno vissuto a Civitella di Romagna (e dintorni) nel dopoguerra, i quali ci hanno raccontato che a quei tempi l’alimentazione era povera, la carne era un lusso, il gusto dolce si trovava solo nei frutti, si mangiavano verdure e legumi dei propri orti; si viveva con quello che si coltivava. Col boom economico e l’arrivo delle industrie alimentari, le abitudini sono cambiate e si sono diffusi i prodotti confezionati (merendine, snack, bibite); anche a Civitella le piccole botteghe hanno lasciato posto ai supermercati. E oggi? Per capirlo, abbiamo osservato le nostre merende a scuola: alcuni portano frutta, ciambelle fatte in casa o piadine del forno locale, ma tanti scelgono merendine e patatine. Abbiamo notato che c’è più attenzione verso il cibo sano, ma serve più consapevolezza alimentare.
Per approfondire il campo d’indagine, abbiamo intervistato alcuni produttori agricoli del mercato locale, che ogni domenica vendono frutta, verdura, pane, vino e carne.
Sull’andamento delle vendite la risposta è stata positiva: frutta, verdura, pane sono i prodotti più venduti, primo indizio di come le abitudini alimentari stiano migliorando. Un tema delicato è emerso quando abbiamo chiesto ai produttori dell’impatto della recente alluvione e frana; un viticoltore e una produttrice di frutta ci hanno raccontato le loro difficoltà e i danni subiti, con terreni persi e raccolti compromessi. Abbiamo chiesto anche se, secondo loro, gli abitanti della Val Bidente seguono la Dieta Mediterranea. Le risposte sono state varie: c’è chi ha detto che si consuma troppa carne e si fa poco movimento, ma c’è anche chi ha notato un buon uso di verdure, legumi e frutta.
Per ampliare ulteriormente la nostra analisi, abbiamo intervistato il padre di una nostra compagna che lavora nel settore agroalimentare e vinicolo. Ci ha spiegato cosa significa per lui il concetto di chilometro zero: un modo per rispettare il pianeta, evitando di far viaggiare inutilmente camion e altri mezzi inquinanti. Il km0 è come un cerchio virtuoso: aiuta i piccoli agricoltori a vendere i loro prodotti freschi e ci permette di guardare negli occhi chi ha coltivato la fragola o l’insalata prima di metterle nel carrello. Ci conferma inoltre che il mercato di Civitella, pur non essendo enorme, è un vero gioiello di biodiversità e freschezza: in esso si può trovare tutto ciò che occorre per seguire i principi della Dieta Mediterranea, dagli ortaggi ai cereali, dai formaggi locali al pesce fresco.
Alla fine di questa entusiasmante ricerca, abbiamo compreso che c’è un forte legame tra agricoltura locale e Dieta Mediterranea e abbiamo imparato che le nostre scelte alimentari hanno un impatto profondo sulla salute, sull’ambiente e sulla vitalità della nostra comunità. Valorizzare il km0 e riscoprire la ricchezza della Dieta Mediterranea significa proteggere un patrimonio prezioso, un legame indissolubile tra la terra, chi la lavora e il cibo che arriva sulle nostre tavole. È un modo per costruire un futuro migliore, partendo da ciò che mettiamo nel piatto.
Classe 2ªA