ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC San Marino di San Marino (RN) - 3G

Il docente scrittore Verziaggi racconta Dante Alighieri

Istituto San Marino Un romanzo per parlare della Divina Commedia ai giovani in modo originale L’intervista all’autore: «Non voglio veicolare messaggi, ma i lettori devono ricavarli da soli»

Stefano Verziaggi è autore del libro ‘Sotto la stella di Dante’, un romanzo che ci ha fatto conoscere meglio Dante Alighieri. Lo abbiamo intervistato per voi.

Lei è un insegnante e con questo romanzo è riuscito a motivare molti studenti a leggere. Quando e come ha capito che da grande avrebbe voluto fare questo mestiere? «Fare l’insegnante era il mio obbiettivo fin dalle medie».

Perché ha scelto di narrare alcuni episodi della Divina Commedia intrecciandoli alla storia di Teresa e non ha invece scritto un saggio su Dante? «Non sarei capace di scrivere un saggio su Dante. La sua opera è troppo complessa e c’era il rischio di scrivere stupidaggini. E poi volevo scrivere ai ragazzi: le storie sono l’ideale per avvicinarsi a una passione, come quella per Dante.

Il nostro cervello si appassiona alle storie più che alle spiegazioni.

Se poi scopri qualcosa che ti interessa, vai ad approfondire».

C’è un particolare momento della storia che le sta più a cuore? «Un momento che mi piace molto è quando i protagonisti, Misha e Teresa, si trovano nel centro di Verona, in piazza Dante, e sono disperati ma gli adulti arrivano a salvarli.

Un momento che mi fa molta tenerezza è quando i bambini incontrano inaspettatamente Davide, una persona gentile che interviene in un momento di difficoltà. Oggi nelle città, medie e grandi, questo non avviene facilmente, in pochi si fermano ad aiutare degli sconosciuti. Quale personaggio la rispecchia di più? «In ognuno c’è qualcosa di mio.

Sono timido come Misha, amo stare con i ragazzi e prendermi cura di loro come la mamma di Teresa.

L’unica in cui non c’è nulla di mio è proprio Teresa: fa delle scelte che io non farei».

Quale messaggio vorrebbe veicolare ai lettori? «Credo che la letteratura non debba dare messaggi, sono i lettori che devono ricavare i loro. Mi piacerebbe far passare l’idea che ogni persona ha un mondo dentro di sé e che bisogna avvicinarsi agli altri sempre con delicatezza».

Se dovesse descrivere il suo romanzo con tre aggettivi, quali sceglierebbe? «Semplice, dettagliato e avventuroso».

Che emozioni ha provato quando ha visto il romanzo ultimato e pubblicato? «Quando ti arriva la scatola con i libri dentro e parli con il te bambino del passato, ti dici ’Ok, qua ci siamo arrivati’. Una bella emozione».

Ma se dovesse scegliere tra pubblicare romanzi e continuare a fare l’insegnante… cosa sceglierebbe? «Assolutamente insegnare. Mi piace molto e penso sia un lavoro importantissimo».

Arianna Moroni III G, San Marino

 

C’è un film che ha suscitato un acceso dibattito negli ultimi mesi: ’Il ragazzo dai pantaloni rosa’. Racconta la vicenda di Andrea Spezzacatena, 15 anni, vittima di bullismo e cyberbullismo, che nel 2012 si tolse la vita dopo essere stato ripetutamente preso in giro per aver indossato un paio pantaloni rosa. In alcune città italiane la proiezione è stata inizialmente sospesa: alcuni genitori avevano espresso preoccupazione riguardo ai temi trattati, temendo che potessero risultare troppo forti. Ma la chiusura mentale tra i giovani è ancora grande. Teresa Manes, madre di Andrea, crede che invece ci sia tanto bisogno di sensibilizzare i ragazzi su questioni anche difficili. Alcune classi delle scuole medie di San Marino hanno assistito alla proiezione. La visione del film ci ha portati a riflettere sulla diversità e sul bisogno di coltivare empatia verso il prossimo.

Penelope Ceccoli e Serena Forcellini Classe III G San Marino

 

Quest’anno alla scuola media di San Marino è stato introdotto il progetto Dada (didattica per ambienti di apprendimento): non sono più gli insegnanti a spostarsi tra le classi ma gli studenti. Per capire meglio questa novità abbiamo intervistato il dirigente Remo Massari, che ci ha spiegato gli obiettivi del progetto: «L’idea base del Dada è rendere l’ambiente scolastico più accogliente e stimolante e facilitare l’apprendimento. Avere classi specifiche per ogni mate-ria dovrebbe aiutare a concentrarsi meglio e rendere le lezioni più coinvolgenti». La maggior parte degli insegnanti sembra apprezzare il fatto di avere un’aula propria, tra gli studenti ci sono pareri contrastanti. C’è chi si trova bene e si sente più libero e chi fatica ad abituarsi ai continui spostamenti. Molti avvertono il peso dello zaino perché devono portare con sé tutto il materiale necessario per la giornata. Per cercare di risolvere il problema la scuola ha introdotto gli armadietti. Il preside ha riconosciuto che il progetto ha bisogno di qualche modifica per funzionare meglio, come ridurre il numero degli spostamenti tra una lezione e l’altra.

Per ora il Dada è stato introdotto solo a Fonte dell’Ovo. Il futuro del progetto dipenderà dai risultati della sperimentazione: se funzionerà bene, potrebbe essere adottato anche altrove.

Martina Baldazzi e Anna Guerra Classe III G, San Marino

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