ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Istituto Paritario Maestre Pie di Rimini (RN) - 2A

Di fronte a episodi di bullismo non bisogna fare finta di niente

I ragazzi hanno analizzato il problema: anche chi assiste e non interviene ha delle responsabilità. Una delle piaghe della società di oggi è il cyberbullismo

La violenza tra i giovani è uno dei problemi più gravi della nostra società. Vogliamo affrontare una particolare forma di violenza: il bullismo, che colpisce molti ragazzi e ragazze, causando sofferenze sia fisiche che psicologiche. Vogliamo analizzare i dati sulla situazione italiana per riflettere insieme sulle possibili cause e soluzioni del problema. Con il termine ‘bullismo’ si indica un comportamento aggressivo, ripetuto nel tempo, messo in atto verso qualcuno che spesso non riesce a difendersi. Le forme più comuni sono quella fisica, come spintoni o pugni, e quella verbale, come insulti, prese in giro e offese. Esistono anche forme meno dirette ma altrettanto dannose, come l’esclusione da un gruppo o la diffusione di voci false. Negli ultimi anni, con l’uso dei social, si è diffuso anche il cyberbullismo, cioè la violenza attraverso internet, con messaggi offensivi, foto o video pubblicati senza permesso.

È ancora più pericoloso, perché dietro lo schermo per i bulli è più facile aggredire gli altri e perché i contenuti sulla rete sono visibili a tutti e rimangono nel tempo, quindi la vittima fa fatica a non pensarci.

Secondo un’indagine Istat del 2021, circa il 9% degli studenti italiani tra gli 11 e i 17 anni ha subito episodi di bullismo, e il 7% cyberbullismo. Per affrontare questo fenomeno, nel 2017 in Italia è stata introdotta una legge contro il cyberbullismo, che protegge le vittime e introduce nuove regole. Le conseguenze di questi atti possono essere molto gravi: chi subisce bullismo può soffrire di ansia, depressione, perdere fiducia in se stesso e isolarsi dagli altri. Di solito la vittima viene aggredita senza una vera ragione: per l’aspetto fisico, la nazionalità, il modo di vestirsi, o anche solo un comportamento diverso dalla massa. Ma perché una persona si comporta da bullo? Le cause possono essere tante: rabbia repressa, insicurezza, bisogno di sentirsi forte. Anche chi assiste e non fa nulla ha una responsabilità. Spesso gli spettatori ridono o fingono di non vedere, per paura di essere esclusi o presi di mira. Senza di loro, i bulli non continuerebbero a comportarsi così.

Per questo è fondamentale che chi assiste ad atti di bullismo intervenga, dia supporto alla vittima e si rivolga a un adulto. Chi subisce deve trovare il coraggio di parlarne: tenere tutto dentro per paura o vergogna può solo peggiorare la situazione. Per combattere il bullismo ognuno di noi deve fare la propria parte. Serve più rispetto, meno pregiudizio, e la capacità di mettersi nei panni degli altri. Anche una parola gentile può fare la differenza.

Classe II A

 

Partendo da alcuni video educativi pubblicati da Start Romagna, la classe IIA delle Maestre Pie ha riflettuto sul comportamento corretto da tenere quando si usano i mezzi pubblici. Troppo spesso, infatti, questi spazi comuni non vengono rispettati. Parlare ad alta voce, ascoltare musica senza cuffie, usare un linguaggio offensivo o avere atteggiamenti aggressivi sono comportamenti che disturbano gli altri passeggeri. Anche il danneggiamento dei mezzi è un problema frequente: rovina il patrimonio di tutti e aumenta i costi per la collettività. Inoltre, è importante rispettare le regole di convivenza civile, come cedere il posto a chi ne ha più bisogno (anziani, donne in gravidanza, disabili) e non fumare. Bisogna ricordarsi e ricordare agli altri che viaggiare in modo educato significa contribuire al benessere di tutti.

Il trasporto pubblico è un bene comune e va trattato con rispetto: solo così potremo vivere in una comunità più civile e responsabile.

Martina Cipriani, IIA

 

La sostenibilità è oggi una scelta importante per proteggere il pianeta e garantire a tutti un futuro migliore. Gli alunni della classe II A della scuola Maestre Pie di Rimini, con il professore di scienze, Pietro Curzi, hanno partecipato al progetto ‘Il buono che c’è’ promosso da Conad, scoprendo l’importanza dell’alimentazione sostenibile.

L’attività è stata suddivisa in tre incontri: una lezione in classe di due ore, una visita al punto vendita Conad con una spesa simulata e un incontro finale in classe. Nel corso del progetto gli alunni hanno imparato che mangiare in modo sostenibile significa scegliere cibi che rispettano l’ambiente e i lavoratori del settore. Quando si fa la spesa bisogna preferire alimenti di stagione, locali, con un basso impatto ambientale e prodotti in modo etico. Tra gli alimenti sostenibili troviamo prodotti a km 0, i cibi biologici e quelli venduti sfusi o con imballaggi ecologici. Durante gli incontri sono stati forniti alcuni consigli generali, come diffidare di prezzi troppo bassi e adottare un’alimentazione varia. Uno dei problemi è lo spreco alimentare: spesso viene buttato via cibo ancora buono per eccedenze nei consumi, per scadenze troppo brevi, o perché l’aspetto non è perfetto. In conclusione, grazie al progetto gli alunni hanno compreso che ognuno con le proprie piccole scelte quotidiane può fare la differenza, mangiando meglio, sprecando meno e rispettando la natura.

Federica Massari, Caterina Bovara 

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