Dipendenza dalle droghe in aumento tra gli adolescenti
Sono 960mila i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che almeno una volta hanno assunto sostanze stupefacenti. Le conseguenze sono pesanti, a partire da ansia e depressione
La dipendenza dalle droghe in adolescenza è un fenomeno in costante crescita, che desta un’elevata preoccupazione. Il totale dei giovani italiani, tra i 15 e i 19 anni, che hanno assunto sostanze almeno una volta nella vita, è 960mila (28% del totale). Gli adolescenti che hanno fatto uso di sostanze nel 2023, soprattutto cocaina, anfetamine, metanfetamine e cannabis, è stato di 680.000 (dati Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2024). Le cause che spingono gli adolescenti a farne uso sono numerose, ma le più frequenti possono essere: mancanza di sostegno da parte della famiglia, presenza di disturbi (prevalentemente depressione), ricerca di distrazioni dai doveri scolastici, influenza da parte di coetanei o abusi già presenti in famiglia (Istituto A.T. Beck). La ripercussione dell’assunzione di queste sostanze è l’alterazione dello stato mentale. Il cervello, in età adolescenziale, non ha ancora completato la maturazione: le cellule cerebrali sono più sensibili e di conseguenza lo sviluppo può essere deviato, provocando un’incapacità di controllare la propria sfera emotiva. Alcuni dei sintomi di questa inabilità sono l’aumento di irrequietezza, di episodi paranoici, di irritabilità, ma anche lo sviluppo di depressione, ansia e l’incapacità di prendere decisioni (Centro torinese di solidarietà). Inoltre l’assunzione di stupefacenti potrebbe causare un vero ‘Disturbo da uso di sostanze’ (Dus), i cui sintomi vengono analizzati dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm).
Per ricevere una diagnosi devi rientrare in diversi criteri tra cui soffrire di astinenza, ovvero presentare sintomi fisici che compaiono quando non si assume uno stupefacente; perdere il controllo dell’uso di una sostanza; e abbandonare o essere incompetenti nelle proprie attività. Per questo disturbo esistono diverse terapie, come la Terapia cognitivo-comportamentale che consiste nel mettersi alla prova in situazioni d’ansia, fobia o attacchi di panico.
L’approccio motivazionale assiste invece il paziente per cambiare il suo comportamento in situazioni equivoche. La Terapia dialettico comportamentale aiuta a identificare i comportamenti problematici. Affrontare la dipendenza dalle droghe durante l’adolescenza è una responsabilità che riguarda tutti e ognuno di noi può fare la sua parte per proteggere i giovani, dando loro alternative migliori evitando il dilagare del problema.
Maria Diletta Colecchia, Beatrice Flenghi III G
Al Palasport Flaminio di Rimini, una delegazione di studentesse e studenti di seconda e terza media della scuola Bertola ha partecipato alla fase provinciale del torneo di pallamano con altre 25 classi di coetanei della provincia di Rimini. La squadra maschile ha vinto la prima gara per 5 a 4: un successo che è servito per carburare; nella seconda è riuscita a brillare con uno schiacciante 7 a 3. Euforica per le due vittorie e il pensiero di essere arrivata in finale, la compagine è stata purtroppo colpitadalla sfortuna: per differenza reti non è riuscita a trovare un posto nella finale provinciale! Per questa regola i ragazzi sono tornati a casa con la coppa del terzo posto. Dopo una finale molto contesa tra Fermi e XX Settembre, sono state le prime ad aggiudicarsi la partecipazione alle fasi regionali del torneo. La squadra femminile delle Bertola, purtroppo, non ha raggiunto gli stessi risultati, perdendo entrambe le gare. Anche la finale femminile ha visto di fronte Fermi e XX Settembre: stavolta han-no vinto le XX Settembre riuscendo così a passare alla fase regionale. Dopo le premiazioni siamo tornati a scuola contenti di esserci cimentati in questo nuovo sport e di aver trascorso una mattina diversa dalle altre.
Non abbiamo riportato con noi solo una coppa, ma anche un’esperienza indimenticabile e formativa. Imparando quanto sia importante non vincere, ma fare sempre del proprio meglio.
Giulia Amaduzzi, Valentino Giacomini, Alice Muccioli III H
Al Teatro degli Atti di Rimini, 5 classi delle medie Bertola, insieme ad altre scuole, hanno ‘assaporato’ un’opera teatrale. Prima dell’inizio, il responsabile del teatro ci ha fatto riflettere: «Lo spettacolo non è solo sul palco, come al cinema ma è in tutto il teatro, anche noi siamo parte dell’opera». Poi è entrato in scena l’attore che ci avrebbe raccontato il famoso poema omerico: l’Odissea. Il narratore è riuscito a trasmettere storia e emozioni in modo significativo e diretto, riuscendo a coinvolgere e divertire gli spettatori. È riuscito a trasmetterci contenuti interessanti che, probabilmente tra i banchi di scuola, alcuni di noi avrebbero forse imparato con più fatica. Anche se molti conoscevano la storia, è stato impossibile annoiarsi: il narratore ha trovato sempre un particolare per sorprendere. Ad esempio la ‘metis’ di Ulisse, la furbizia, si scopre che è strana, mista all’intelligenza, al pericolo, al male: affascinante. Questa esperienza ci ha veramente coinvolto.
Gabriele Olivero II I