Genitori e figli, dialogo e distanze Il mestiere di crescere insieme
La III D della scuola media Lelio Orsi di Novellara ha somministrato un questionario a 400 studenti «La comunicazione è la chiave della conoscenza e della connessione, l’ascolto rafforza il legame»
Durante l’adolescenza il rapporto tra genitori e figli risulta a volte faticoso e di difficile gestione. Proprio per questo, come classe III D della secondaria di primo grado Lelio Orsi, abbiamo cercato di analizzarlo raccogliendo dati oggettivi attraverso un questionario da noi pensato e somministrato a tutto l’istituto, quindi a circa 400 studenti.
Attraverso questo sondaggio abbiamo raccolto risposte a domande sul tipo di dialogo che abbiamo coi nostri genitori, sull’ascolto e la comprensione, le regole che ci vengono impartite, la libertà che ci viene lasciata. Generalmente i dati raccolti nelle varie classi sono in linea tra loro e questo indica che c’è un sentire comune su questo tema. Un dato importante riguarda il tipo di argomenti trattati in famiglia. Si parla spesso di scuola e voti, ma c’è poco dialogo su come ci sentiamo o che sentimenti proviamo, ed è emerso che quasi mai in famiglia si parla della sfera affettiva o si fa educazione alla sessualità.
Affrontare questo tema coi nostri genitori è difficile per noi ragazzi e di rado ne parliamo spontaneamente, ma ci accorgiamo che anche per i genitori è una sfida proporci di parlare di questioni delicate come queste. Può essere che a loro volta abbiano parlato poco di ciò in famiglia e non sappiano come fare. Tutti però siamo concordi nel dire che meno se ne parla più l’argomento diventa un tabù in famiglia, rischiando di essere lasciato al dialogo tra noi coetanei, che non abbiamo gli strumenti per affrontarlo da soli.
Probabilmente basterebbe trovare tempi e modi giusti per parlare di temi delicati, senza forzarci ma nemmeno evitandoli e pensando che in qualche modo ci arrangeremo. Anche il tema dell’autonomia e della libertà è molto importante alla nostra età, perciò un consiglio che noi figli possiamo dare ai nostri genitori è quello di essere più chiari nella spiegazione delle regole che ci vengono imposte, perché capire il motivo di certi ‘no’ serve a responsabilizzarci. Per farlo però i genitori devono dedicarci tempo, ascolto, capire che siamo in una fase di cambiamento, che il nostro modo di pensare è in evoluzione e che per rivolgerci a loro non dobbiamo avere paura delle loro reazioni.
Spesso infatti siamo frenati nel fare confidenze o chiedere aiuto perché ci spaventa la reazione che i nostri genitori potrebbero avere, rimanendo delusi o arrabbiandosi.
Dovrebbero ricordarsi che anche loro sono stati adolescenti, e forse anche loro erano confusi, ansiosi, a volte con un senso di inadeguatezza o con poca autostima. Non sempre genitori e figli si conoscono bene, ma la comunicazione è la chiave della conoscenza e della connessione. Perché l’ascolto e le risposte rafforzano il legame tra genitore e figlio.
Classe III D
Le migrazioni. Se ne parla tanto a scuola, ma cosa sono davvero? Sono viaggi che alcune persone affrontano per scappare da guerre, trovare lavoro, avere una vita migliore o liberarsi da persecuzioni religiose o politiche. A scuola abbiamo approfondito il tema leggendo libri, partecipando a incontri e facendo attività specifiche.
Le migrazioni portano vantaggi: le culture si incontrano, si imparano cose nuove e anche l’economia può migliorare grazie a lavori che spesso non vengono più svolti dagli italiani. Alcuni però pensano che certi lavori siano ‘sporchi’ e adatti solo ai migranti, e questo è ingiusto. Ci sono però anche degli svantaggi: il prezzo da pagare per fuggire è altissimo, sia moralmente che economicamente. Lasciare la propria casa e famiglia fa soffrire. E spesso, per mancanza di soldi, si ricorre a viaggi illegali. Ancora oggi esistono discriminazioni, ma chi scappa da una guerra non merita certi pregiudizi. Anche noi, come paese, non facciamo una bella figura ad ascoltare solo le voci negative. A scuola abbiamo incontrato tre migranti e ascoltato le loro storie di vita e di rinascita, ma anche di dolore e perdita. Abbiamo capito che queste persone vivono esperienze indicibili. Come classe, abbiamo pensato ad alcune soluzioni: ci vorrebbe una carta dei diritti del migrante, inoltre dovrebbero esistere più luoghi di incontro e scambio nei centri abitati per favorire l’integrazione.
Ripensando a quelle storie ci rendiamo conto di quanto sia importante vivere in un paese libero da guerre e ingiustizie, anche se non bisogna mai darlo per scontato.
La libertà è un bene che va coltivato.
Sofia, Tatiana, Ruo Yun III A
Quest’anno la nostra classe ha partecipato a un viaggio di istruzione diverso dal solito. La meta era la Scuola di Pace di Monte Sole – a Marzabotto, in provincia di Bologna – nata sui luoghi, in cui più di ottant’anni fa venne, compiuta una delle più gravi stragi del nazifascismo nel nostro paese. Il programma della giornata prevedeva una serie di attività diverse da quelle scolastiche, che ci hanno coinvolto e impressionato sotto diversi punti di vista. La visita ai luoghi delle stragi, momenti di riflessione e condivisione, silenzi e pause che hanno permesso di conoscerci meglio tra di noi. La parte migliore è stata la lunga passeggiata che è seguita, il cui scopo era quello di farci ‘conoscere’ alcune voci di Caprara e Casaglia di Sopra. E riflettere sull’orrore che ha portato alla distruzione di un’intera comunità. Il silenzio e la pace che ora si respirano in quei luoghi ci hanno impressionato e abbiamo capito che la pace richiede tempi lunghi e impegno collettivo.
Nicole S. III C