ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Secondaria di I grado Giovanni XXIII di Castellarano (RE) - 2E, 2F

Divulgazione e prevenzione Focus sulla ricerca oncologica

La scuola Papa Giovanni XXIII di Castellarano ha aderito al progetto della fondazione Veronesi «Speriamo che il nostro piccolo contributo possa essere d’esempio a tutti i giovani»

La ricerca oncologica è preziosa e fondamentale, così come la scuola e il diritto all’istruzione. Noi ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Castellarano quest’anno, grazie al sostegno di Fondazione Iris Ceramica Group, abbiamo aderito a ’Scuole amiche della ricerca’, il progetto di Fondazione Umberto Veronesi Ets dedicato alla divulgazione e prevenzione nelle scuole.

Quest’ultima è un’eccellenza nel sostegno alla ricerca scientifica.

In più di vent’anni questa fondazione ha creato le basi per un nuovo modello di sviluppo della scienza, introducendo una novità nel nostro paese: investire nella cultura scientifica per creare una nuova generazione di scienziati e di cittadini consapevoli dei progressi della ricerca.

Infatti, durante gli incontri proposti, i ricercatori e divulgatori hanno illustrato diverse nozioni scientifiche, per sensibilizzarci riguardo l’inquinamento atmosferico: una minaccia invisibile che non va sottovalutata né dimenticata, in quanto incide significativamente sulla qualità della vita e sul benessere umano, soprattutto in contesti urbani. Attraverso il webgame sviluppato da Fondazione Veronesi, ’Smogville, fino all’ultimo respiro’, abbiamo potuto esplorare le cause dell’inquinamento e compiere delle scelte capaci di influenzare il destino dei personaggi del gioco.

In questo modo abbiamo capito i rischi e le patologie che l’inquinamento potrebbe provocare e come, con alcuni semplici comportamenti, possiamo limitarli notevolmente. Un altro progetto interessante proposto è stato ’A scuola con il pomodoro’: un’opportunità per noi ragazzi di essere ambasciatori di una raccolta fondi che permette di acquistare delle confezioni con all’interno tre latte di pomodoro e una piccola bustina di semi dello stesso. Ma perché proprio il pomodoro? Non solo perché ricco di vitamina C, folati, potassio e carotenoidi, ma anche perché è protagonista del progetto di raccolta fondi nazionale ’Il pomodoro per la ricerca. Buono per te, buono per l’ambiente’, il cui ricavato permette di sostenere la ricerca nel campo dell’oncologia pediatrica.

Quest’attività in prima persona ci ha profondamente colpiti e ci ha fatto riflettere. Abbiamo scoperto l’importanza del lavoro dei ricercatori, inoltre abbiamo capito quanto sia giusto e doveroso sensibilizzare i giovani sull’importanza della ricerca e sulla necessità di dare il proprio contributo, affinché questi studiosi possano portare a termine i loro obiettivi.

Poter aiutare una famiglia con un piccolo gesto, come comprare dei pomodori, sembra impossibile, ma è vero. La ricerca è la chiave per combattere e rallentare queste terribili malattie: speriamo che il nostro piccolo contributo possa essere d’esempio a tutti i giovani come noi.

Classe II E Roteglia

 

Arianna Rivi, pedagogista e formatrice ludica, ci ha raccontato il suo punto di vista sul tema dei giochi da tavolo come strumento educativo: «Il gioco è altro rispetto alla realtà e questo consente a chi gioca di mettere alla prova se stesso senza il timore di ripercussioni di alcun genere, in un ambiente sicuro, all’interno di un sistema di regole, in compagnia e divertendosi. Quando giochiamo cerchiamo di dare il meglio di noi, alleniamo tante competenze (logiche, narrative, relazionali), impariamo a rimanere concentrati, a rispettare gli altri, a competere e a collaborare, ad ascoltare le nostre emozioni e a distinguere il risultato della partita (che è una prestazione, come può essere un voto) dal nostro valore come persona.

Inserire questa attività tra le proposte laboratoriali a scuola credo che possa essere davvero una ricchezza».

 

La nostra scuola ha aderito a un progetto sui giochi da tavolo nell’istruzione e il 4 aprile scorso siamo andati al Play di Bologna, il più grande festival italiano dedicato al gioco.

Siamo arrivati e subito abbiamo iniziato a giocare a ’Missione Pietrarubbia’, un gioco digitale dedicato ad Arnaldo Pomodoro. In seguito ci siamo divisi in due gruppi per provare due prototipi di intelligenza artificiale proposti da Unimore. A scuola, durante due lezioni da due ore ciascuna, abbiamo scoperto quanto il gioco da tavolo aiuti nell’istruzione perché, essendo una metodologia diversa rispetto alla lezione frontale, aumenta il livello di attenzione e può far decollare i risultati di noi ragazzi e far diminuire drasticamente bocciature e insufficienze.

Con le educatrici Arianna e Laura abbiamo provato tre diversi giochi: ’Pandemic’ (in cui bisogna salvare il mondo dalle pandemie trovando gli antidoti); ’Tsuro’ (in cui si creano dei percorsi cercando di non scontrarsi con gli altri giocatori); e ’Catan’ (in cui bisogna barattare merci per costruire un villaggio grande e florido). Abbiamo apprezzato molto questo progetto, anche perché abbiamo appreso l’importanza del lavoro di gruppo. Speriamo davvero che i giochi da tavolo, a lungo andare, possano essere inseriti nella quotidianità scolastica.

Classe II F Roteglia 

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