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Le nostre scuole: nomi e personaggi

Per cosa sono ricordati gli ’eroi e le eroine’ che hanno ispirato il nostro Istituto comprensivo? Ecco le ricerche

Siamo abituati a ripetere spesso il nome delle nostre scuole quasi senza pensarci. In realtà, però, nonostante le frequentiamo tutti i giorni, non sappiamo praticamente nulla riguardo ai personaggi da cui prendono il nome. Così ci siamo chiesti chi sono le figure del nostro Istituto comprensivo e abbiamo deciso di scoprire il motivo per cui vengono ricordati, in modo da capire meglio il perché è stato scelto il loro nome e quindi anche lo spirito che dovrebbe animare questi Istituti. In particolare nel nostro comprensivo, che prende il nome da Tina Gori, le scuole sono dedicate a Girolamo Mercuriale, Pio Squadrani e Livio Tempesta.

Tina Gori: eroina dai valori moderni, testimone di due guerre mondiali. Partiamo da Tina Gori, coraggiosa protagonista della Resistenza forlivese, colei che rappresenta l’IC5. Nacque il 26 gennaio 1900 e le venne dato il nome di Atea, probabilmente perché suo padre era un convinto anarchico, tanto che non la fece battezzare. Lei, però, si fece sempre chiamare Tina e, una volta diventata adulta, intraprese un percorso spirituale e decise di ricevere il sacramento superando l’opposizione del padre. Tina si diplomò alla Scuola normale Carducci di Forlimpopoli e successivamente fu impiegata negli uffici della Società Orsi Mangelli prima e in quelli della Cassa dei Risparmi di Forlì poi. Terminare gli studi superiori ed avere un impiego non era così frequente per le donne dell’epoca e fu forse grazie anche a questo che Tina diventò ben presto una donna emancipata ed appassionata di politica. Crescendo fu una convinta repubblicana e, quando in Italia si instaurò il regime fascista, si avvicinò agli ideali antifascisti, nonostante avesse sposato un uomo che invece appoggiava il regime. Dal loro matrimonio, durato solo cinque anni, nacquero due figli. Nel 1940 conobbe l’antifascista e partigiano Tonino Spazzoli e dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943 divenne parte attiva e instancabile della Resistenza forlivese. Tina seppe dimostrare il suo coraggio in molti episodi, ad esempio quando contribuì a mettere in salvo il pilota americano Jack Reiter, che nell’ottobre 1943 era ricoverato all’ospedale Morgagni. Con uno stratagemma il tenente venne portato fuori, Tonino Spazzoli lo condusse in auto in via Giorgio Regnoli, dove la signora Gori gli diede rifugio nella sua abitazione. Successivamente lo accompagnò in lunghe passeggiate, addirittura al cinema, fino a quando Reiter, ristabilitosi, poté essere ricondotto oltre le linee del fronte. Tina Gori mostrò la sua audacia in altre occasioni. Entrò nell’ufficio delle SS tedesche per incontrare Spazzoli quando fu arrestato e fatto prigioniero il 7 agosto del 44.

Attraverso varie peripezie, gli fece arrivare in carcere cibo e, soprattutto, bigliettini tramite i quali poteva mantenere i contatti con amici e compagni. Per tentare di salvarlo, Tina cercò persino di corrompere con denaro e gioielli le guardie naziste. Addirittura arrivò ad organizzargli la fuga dal carcere, ma non ci riuscì, Tonino fu poi ucciso nei pressi di Coccolia il 19 agosto 1944, dopo essere stato costretto ad assistere all’esposizione del cadavere del fratello Arturo e di altri componenti del battaglione Corbari in piazza Saffi, a Forlì. Anche nel dopoguerra Tina non smise mai di adoperarsi per chi era più bisognoso e per le cause in cui credeva, morì nel 1947 a soli 47 anni. In questo tempo, dove gli spettri di un passato lontano sembrano tornare come a ricordarci che la lotta fra dittature e democrazia non è mai finita, la vita di questa donna forlivese appassionata e coraggiosa è quanto mai attuale.

Girolamo Mercuriale: il medico che amava la ginnastica. A questo famoso medico è dedicata la nostra scuola secondaria di primo grado. Girolamo Mercuriale era uno studioso di medicina e amante del greco, il quale scrisse vari libri ricordati ancora oggi. Nato a Forlì nel 1530, in pieno Rinascimento, studiò medicina a Padova e a Venezia e, dopo la laurea, tornò a Forlì per esercitare la professione di medico. Successivamente, nel 1561, si trasferì a Roma come ambasciatore e studioso presso il papa Pio IV. In Vaticano ebbe la possibilità di studiare libri e documenti antichi e compì numerosi viaggi: questo gli sarà molto utile per la scrittura del ’De arte gymnastica’, l’opera che lo rese famoso. Si tratta di un’opera enciclopedica in sei libri, incentrata sulla ginnastica, dalla storia fino alle tecniche.

Nella sua opera descrive anche l’importanza del pianto, del riso, degli esercizi vocali per liberare dalle ansie e da altri eccessi di umore. Con la sua visione innovativa, pose le basi non solo della ginnastica moderna, ma anche della fisioterapia e della medicina sportiva. L’opera fu riconosciuta come importante in tutt’Italia e in seguito alla sua pubblicazione, nel 1569, vennero offerte a Mercuriale cattedre da tutte le più importanti università del tempo.

Livio Tempesta: la sua gentilezza, la sua malattia. A differenza degli altri personaggi, Livio Tempesta non è di Forlì. Infatti, nacque nel 1941 a Roma, in una famiglia profondamente religiosa. Forse per questo motivo, il suo periodo dell’anno preferito era il Natale. La sua vita non fu molto fortunata: a soli due anni, in piena Seconda guerra mondiale, il quartiere nel quale abitava subì un violento bombardamento. Livio e la sua famiglia fortunatamente riuscirono a salvarsi, ma quella fu un’esperienza che lo segnò profondamente. A quanto si racconta, Livio era un bambino molto credente e molto gentile, pieno di vita e con un animo puro e buono, tanto da ripetere spesso di non riuscire a capire perché al mondo esistessero dei bambini cattivi. Lui, infatti, desiderava che tutti si amassero e si aiutassero gli uni con gli altri. All’età di soli nove anni il piccolo Tempesta fu afflitto da una malattia fulminante, proprio nel periodo dell’anno che lui amava di più: il Natale.

Poco prima di morire chiese alla madre: ’Perché i bambini buoni come Gesù bambino devono morire?’ Questa frase suscitò molto stupore per il fatto che sembrava molto profonda per un bambino così piccolo. Livio morì il giorno dopo l’Epifania, nel 1951. Da decenni viene ricordato per il suo animo pieno di purezza e per il suo pensiero profondo.

Pio Squadrani: l’epigrafista garibaldino. La seconda scuola primaria del nostro IC è quella dei Romiti, dedicata a Pio Squadrani. Squadrani nacque a Savignano sul Rubicone nel 1848 e da giovane fu un attivo garibaldino. Infatti, durante il Risorgimento italiano, partecipò insieme ad altri volontari guidati da Garibaldi alla battaglia di Bezzecca, svoltasi il 21 luglio 1866, contro l’impero Austro-Ungarico in Trentino. Nell’anno successivo si arruolò nella battaglia di Monterotondo, sempre con le truppe di Giuseppe Garibaldi, durante la marcia verso Roma, nella quale si scontrarono con l’esercito dello Stato pontificio.

In seguito si dedicò all’insegnamento e dal 1885 fu direttore scolastico a Forlì. Nell’ambito della scuola ricoprì diverse cariche importanti, ma soprattutto portò a Forlì la mutualità scolastica: una specie di collegamento tra la scuola e la previdenza sociale. Infatti ogni alunno versava al proprio maestro una rata settimanale che veniva raccolta in un libretto e, in caso di malattia dello studente, dava diritto alle cure e ad un sussidio. Poi, al termine del periodo scolastico, ciò che era stato raccolto in questo libretto veniva collegato alla cassa di previdenza nazionale degli adulti. Pio Squadrani, però, fu anche un noto epigrafista, ossia un compositore di epigrafi. Le epigrafi sono testi destinati ad essere incisi su un materiale durevole, come ad esempio una lapide di marmo. Squadrani compose la lapide commemorativa per Federico Campanella, e autore di una lapide a Mazzini.

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