ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Orto di classe, raccolto donato alla Caritas

Spopola tra i ragazzi la proposta di un compagno di mettere le mani ’ in terra’ e il preside approva subito la bella iniziativa

Iniziò tutto in prima media, durante le elezioni dei rappresentanti di classe. Ogni alunno candidato doveva proporre un motivo valido per convincere gli altri ad eleggerlo. Un nostro compagno propose un progetto alquanto interessante: allestire un orto di classe nel giardino della scuola. L’idea fu subito accolta con molto entusiasmo da tutta la classe che si mise subito all’opera. Abbiamo formulato un progetto iniziale all’interno del gruppo classe e deciso di donare i frutti del nostro raccolto all’associazione Caritas, nello specifico alla mensa dell’associazione, per aiutare la popolazione disagiata della nostra città. Poco dopo fu inviata la richiesta al dirigente scolastico, sotto forma di lettera, e quest’ultimo rispose approvando con gioia.

Per motivi pratici, il progetto rimase fermo fino all’inizio della seconda media, quando finalmente mettemmo in atto le procedure iniziali. Il primo passo, con il professore di tecnologia, fu quello di costruire il semenzaio: delle scatole di cartone con dei bicchieri di plastica, etichettati con il nome della piantina, all’interno dei quali c’era del terriccio e dove abbiamo messo i semi di varie piante (aglio, ravanelli, carote, misticanza, lattuga, peperoncino, basilico, rucola e prezzemolo). Le piantine sono adatte al clima invernale e pre-primaverile. Per favorire la loro crescita, abbiamo annaffiato le piantine regolarmente durante la ricreazione e le abbiamo tenute esposte al sole. Una volta che sono germogliate le prime piantine, abbiamo preparato il giardino e seminato i germogli, aspettando con ansia la loro crescita. Per fare in modo di trasformare il nostro giardino in un orto vero e proprio, i professori ci hanno chiesto di portare da casa tutto il necessario per piantare e seminare: zappe e vanghe per rivoltare il terreno e sacchi di plastica per proteggere le scarpe e il pavimento della scuola una volta rientrati in classe. A febbraio, infatti, assieme al professore di tecnologia, abbiamo finalmente iniziato a smuovere il terreno, questa operazione è stata svolta durante le mattinate del sabato per quattro settimane lavorando un’ora ogni volta. Finito di zappare ci siamo divisi i molteplici compiti, alcuni scavavano i solchi, altri estraevano i germogli dai bicchieri ed altri ancora li piantavano e li sotterravano negli appositi buchi. I nostri due rappresentanti di classe ci hanno aiutato e si sono assicurati che ognuno di noi svolgesse il suo compito. Nei giorni seguenti abbiamo fatto qualche intervento nelle ore del professore di geografia come togliere le erbacce ed annaffiare il terreno.

Settimane dopo a causa delle poche piogge, di una gelata notturna e del fatto che probabilmente abbiamo spostato le piantine nel terreno troppo presto, abbiamo notato che alcune di esse non stavano dando alcun segno di vita. Ci siamo quindi rimessi all’opera per cambiare le piante secche e ormai morte con dei nuovi semi che avevamo tenuto di riserva. Ci siamo impegnati ad annaffiare e curare con più attenzione l’orto. Da allora fino ad oggi, solitamente il martedì, la classe si prende cura dell’orto: innaffiandolo, pulendolo dalla plastica o da altra sporcizia e rimuovendo le erbacce che si sono accumulate ai lati dei solchi. Ora siamo in attesa di veder crescere qualche buon ortaggio da devolvere per la nostra giusta causa.

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