ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Conero di Ancona (AN) - 3B

Donald Trump e la nuova rotta: dalla conquista di Marte ai dazi

Il neo presidente degli Usa appena eletto ha tracciato la sua linea di azione: preoccupala tassazione sulle merci visto che l’Europa ne esporta e vende ben 502 miliardi di euro negli States

Il 20 gennaio, giorno dell’Inauguration day, dopo essere stato eletto nel mese di novembre 2024, Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca a Washington, dove ha giurato come quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Già nel suo discorso di presentazione alla Nazione, il neo presidente, ha messo ben in chiaro le sue politiche fortemente espansionistiche e conservatrici finalizzate a riportare l’America al massimo della prosperità.

‘America is back! – L’età dell’oro inizia proprio ora!’ ha affermato Trump rivolgendosi agli americani e a tutto il mondo. Tra i progetti possibili da realizzare durante il suo mandato Trump ha persino ipotizzato la conquista di Marte, annunciando la corsa allo spazio tanto voluta dal suo sostenitore Elon Musk.

A pochi giorni dalla sua investitura ufficiale, molti sono stati i provvedimenti importanti, radicali e senza precedenti adottati da Trump. Ben quarantadue ordini esecutivi firmati e atti di indirizzo politico riguardanti temi fondamentali quali la lotta all’immigrazione, lo stop al popolarissimo social network tik tok, la stretta su diversità e ideologie trans gender, la mediazione per la pace nelle guerre a Gaza e in Ucraina, la possibilità di annessione della Groenlandia e dello stretto di Panama agli Usa e l’opposizione alle politiche green con il ritiro dagli accordi di Parigi. Di particolare impatto per l’Europa e quindi anche per l’Italia, c’è la volontà del presidente degli Usa di imporre dazi ai paesi esteri che esportino prodotti in America. Dagli ultimi dati dell’Eurostat, risulta che l’Europa esporta e vende ben 502 miliardi di merce negli States, mentre le merci americane vendute nel vecchio continente sarebbero soltanto 344 miliardi.

Tale squilibrio avrebbe portato il Presidente americano a minacciare l’adozione di aumenti su imposte e dazi per i paesi che esportino i propri prodotti in America.

Sappiamo bene quanto il made in Italy, soprattutto nel settore dell’abbigliamento e della moda, dell’artigianato e del design, ma anche del campo alimentare, sia apprezzato in tutto il mondo e particolarmente oltre oceano.

E’ chiaro quindi quali potrebbero essere le conseguenze per le imprese italiane che vedrebbero ridotti drasticamente i loro guadagni in caso di applicazione di dazi o tasse sui prodotti esportati. Ipotizzando un aumento del 10% sulle merci già tassate, le perdite per le imprese italiane arriverebbero a sfiorare i 4,2 miliardi di euro. Siamo ragazzi e questi argomenti, pur comprendendoli razionalmente, ci sembrano tanto lontani dal nostro quotidiano. Ma è proprio così?

Federico Calavalle IIIB scuola media Conero Ancona

 

Starlink è un insieme di 42mila satelliti che permette di navigare sul web ad alta velocità grazie all’internet satellitare. E’ un progetto mondiale annunciato nel 2015 e iniziato nel 2020 dall’imprenditore e consulente della Casa Bianca: Elon Musk, fondatore della Tesla, con l’obiettivo di ricoprire ogni angolo della Terra e ogni zona di crisi con una connessione affidabile e veloce. Questi satelliti a bassa quota, chiamati LEO (Low Earth Orbit), offrono una latenza molto più bassa e una connessione stabile e veloce con scambi di segnali interconnessi. Questo progetto lanciato da SpaceX ha attirato attenzione di tutto il mondo, sia per il potenziale di queste nuove tecnologie che per l’innovazione che può portare economicamente e socialmente a chi lo utilizza.

Ma come funziona? Il sistema Starlink si basa su una rete di stazioni a terra, che ricevono e inviano diversi dati ai satelliti in orbita. Ogni volta che un utente si connette a questo servizio, la sua antenna parabolica manda e ottiene segnali dai satelliti, che a loro volta inviano informazioni a una stazione situata in una zona centrale della rete. Da qui si collega alla rete Internet tradizionale tramite fibra ottica o infrastrutture terrestri. L’affidabilità di Starlink è incerta, perché dipende soprattutto dalla sicurezza e resistenza della crittografia che protegge i dati, e inoltre c’è il rischio di uno spegnimento improvviso da parte del proprietario Elon Musk, come per l’Ucraina. Nonostante ciò, prima di vedere i primi risultati bisognerà attendere fino al 2030.

Io sono a sostegno di questo progetto, perché credo che sia una ottima idea ricoprire tutta la superficie terrestre in modo da portare una connessione veloce e stabile anche nei posti più sperduti, come isole, e in crisi, come in zone di guerra, in modo da intervenire velocemente e direttamente in questi luoghi in caso di bisogno.

Tuttavia, per avere veramente una idea chiara su Starlink, dovremo aspettare fino al 2030, quando finiranno di posizionare tutti i satelliti e si saggerà il loro effettivo funzionamento. Ci può, inoltre, essere sempre il rischio di un utilizzo, da non sottovalutare, non favorevole al bene di tutti a causa di un impiego magari improprio.

Andremo sempre più avanti, è bene ed è giusto, ma sempre attenti al bene comune per non perdere di vista la nostra umanità.

Riccardo Baiocchi IIIB scuola media Conero Ancona

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