L’arte della poesia e della musica Il mondo che trasforma le emozioni
Gli studenti della classe 2ª C della scuola media di Borghi si sono ‘tuffati’ in vari testi di autrici e autori Hanno letto Giovanni Pascoli, Pierluigi Cappello, Jacques Prevért e Saffo, cogliendone il significato più profondo

Tra i vari progetti svolti dal nostro Istituto comprensivo merita particolare menzione il ‘Concorso di poesia’, che si svolge in primavera e, grazie al quale, abbiamo modo di esternare le nostre emozioni e di trasformarle in poesia.
Nell’ambito del ciclo di lezioni dedicate al testo autobiografico, la classe 2ªC, nel mese di novembre, ha iniziato a lavorare al testo poetico e, fino a ora, abbiamo svolto una serie di attività che sono state particolarmente interessanti, creative e soprattutto mai noiose. Abbiamo iniziato con un brain storming, in occasione del quale abbiamo riportato ciò che pensavamo fosse la poesia, ad esempio che è un testo molto lungo, che è un testo musicale, e spesso in rima. L’autore spesso si racconta in modo autobiografico.
Ci siamo subito resi conto, con la guida della nostra insegnante, di quanto la poesia abbia in comune con le canzoni. In classe ne abbiamo ascoltate svariate, tutte caratterizzate da similitudini e metafore, proprio come le poesie. Abbiamo ascoltato anche ‘Filo rosso’ di Alfa, in cui si parla di due persone legate come se fossero unite da un filo. Questo laboratorio ci ha entusiasmati, perché non avevamo mai riflettuto su quanto anche quella canzone, ascoltata con gli auricolari quando ci sentiamo tristi e vogliamo stare soli, abbia in comune con una poesia. Ci siamo ’tuffati’ in varie poesie di autrici e autori come Giovanni Pascoli, Pierluigi Cappello, Jacques Prevért e Saffo. Abbiamo imparato a riconoscere varie tipologie di versi, di strofe, di rime e anche alcune figure retoriche. Abbiamo utilizzato la tecnica della ‘visualizzazione’, ossia abbiamo descritto e disegnato l’immagine che scaturiva nella nostra mente mentre leggevamo le varie poesie. Sul nostro taccuino abbiamo annotato le sensazioni che le varie poesie provocavano in noi e anche quali erano i ‘sensi’ prevalenti in ciascuna poesia. Abbiamo scoperto che esistono componimenti poetici rumorosi, altri profumati, alcuni luminosi e bui allo stesso tempo.
Un altro aspetto che ci ha particolarmente incuriositi è stato poter leggere le poesie non solo nella traduzione in italiano ma anche nella loro lingua originale, come nel caso della poesia ‘I ragazzi che si baciano’ di J. Prevért e nel caso del frammento di Saffo. Tra le varie attività ce ne sono due che abbiamo amato particolar-mente. Sul nostro taccuino abbiamo tracciato la sagoma di un cuore poi lo abbiamo diviso in tante parti, infine abbiamo scritto un ricordo bello in ciascuna sezione del cuore. Ci ha aiutato a capire che, anche piccolissime cose, ci possono rendere felici, come, ad esempio, ‘divertirsi a schiacciare le foglie secche per sentirne il rumore’, ’lanciare i semi di cocomero addosso a mio fratello’, ‘avere le dita sporche di more’ e ‘andare in moto con il nonno mentre il vento mi scompigliava i capelli’.
Anche la prof ha realizzato il suo cuore nel quale ha messo i suoi ricordi più cari. Le sono venuti gli occhi lucidi. Noi consigliamo a tutti voi di provare ad «attivare ricordi belli», che forse pensavate perduti o di cui non avete più memoria; dovete semplicemente tracciare un cuore su un foglio e inizia la magia. Un’altra attività che ci è piaciuta molto è l’albero delle nostre emozioni, attività nata dopo aver letto un frammento della poetessa greca Saffo. La poetessa paragona l’Amore, che scuote la sua anima, al vento che scuote le querce. Saffo usa un’immagine molto potente ed evocativa.
Abbiamo realizzato il nostro personale albero delle emozioni, ma, per colorarlo, non abbiamo usato i colori canonici, ma il blu che rappresentava la parte riflessiva, silenziosa; il nero che indicava la paura o la delusione; il rosso che si riferiva alla rabbia, all’amore e alla passione; il giallo che simboleggiava la gioia e la solarità. Abbiamo poi aggiunto una piccola strofa, che si riferiva al nostro albero, il cui incipit era «Mi sento come un albero quando…».
Nel corso delle settimane, procedendo con le varie attività laboratoriali, abbiamo scoperto che la poesia è semplicemente «un esercizio di meraviglia», è la capacità di vedere qualcosa di speciale laddove un «non-poeta» non vede nulla di particolarmente interessante. «Essere poeti» significa poggiare lo sguardo su un papavero che spunta nel grigio di una zona industriale, significa notare un viso sorridente in mezzo ai musi lunghi. Per allenarci a essere bravi poeti, abbiamo svolto specifici «esercizi di meraviglia»; siamo partiti dalla definizione scientifica, presa dal libro di scienze, di parole come «cuore», «foglia», per poi arrivare a definire il «cuore» come un contenitore, un motore, una guida e la «foglia» come una ballerina che danza leggiadra e spensierata nel vento.
È meraviglia anche riuscire a trasformare una parola in un’opera d’arte, proprio come fanno i poeti. Abbiamo scoperto che scrivere una poesia non è poi così difficile come pensavamo e che le poesie non sono qualcosa di lontano da noi, racchiudono messaggi di vita, esperienze che anche noi stiamo vivendo, dolori provati, gioie sentite. Il poeta riesce a cogliere l’essenza della parola e ciò che noi viviamo quotidianamente.
Classe 2ªC Scuola di Borghi