L’incontro con Anna Sarfatti tra racconti, emozioni e fascino
Alcune classi delle Rodari hanno avuto modo di dialogare con la scrittrice di origine ebrea che ci ha fatto capire quanto siamo fortunati ad andare a scuola, avere una famiglia e una casa

Noi alunni di alcune classi della scuola ‘Gianni Rodari’ di Ancona abbiamo incontrato una fantastica scrittrice di nome Anna Sarfatti. Alle 8.40 circa l’autrice è venuta nella nostra classe, e noi le abbiamo regalato una raccolta di poesie sulla Costituzione, e lei, vedendo questo regalo, è stata molto contenta. Poi ci siamo spostati in un’altra aula con la classe quarta C e tutti insieme abbiamo riflettuto sulla Costituzione e ci ha raccontato due storie: la storia di Franco Cesana e quella di Pablo.
Il primo è stato un giovane partigiano (ebreo) nato il 20 settembre 1931 e morto il 14 settembre 1944 all’età di 13 anni. In una lettera, dice a sua madre che è scappato di casa perché voleva essere un partigiano come suo fratello maggiore. Invece la storia di Pablo è molto diversa da quella di Franco, perché è ambientata ai giorni nostri: Anna Sarfatti ci ha raccontato che questo ragazzo messicano, non poteva andare a scuola perché con la nonna doveva vendere fazzoletti ricamati, per ricavare i soldi per la sua famiglia, e se aveva tempo andava a scuola.
Ci ha raccontato queste storie per farci capire quanto siamo fortunati ad andare a scuola, ad avere una casa, una famiglia, dei vestiti…
Prima di andare via, è rimasta un po’ con noi e in quei minuti, Anna ci ha raccontato della sua vita personale e di quando era piccola.
Lei ha 75 anni ed è di origine ebrea, nata a Firenze. I suoi genitori si sono conosciuti in Inghilterra dove erano fuggiti per non essere deportati nei campi di concentramento. Abbiamo fatto quest’incontro perché siamo amanti della lettura e abbiamo riflettuto e scoperto molte cose che non sapevamo.
Dopo di questo, abbiamo fatto delle domande agli alunni delle altre classi.
Come vi siete sentiti quando Anna Sarfatti è arrivata? «Curiosi, impazienti, ansiosi, affascinati e felici».
E durante l’incontro come è andata? «L’incontro con Anna Sarfatti è stato bello e istruttivo, specialmente perché ci siamo sentiti informati. Ci è piaciuto come spiegava, perché ci coinvolgeva nel discorso».
Qual è stata la vostra parte preferita? «Quando ci ha fatto parlare, perché l’argomento era interessante e ci è piaciuto quando ci ha raccontato di Franco Cesana».
Come vi siete sentiti quando Anna ha raccontato la storia di Franco? «La storia di Franco ci ha fatto sentire sia tristi che felici: tristi perché ci siamo messi nei suoi panni e anche perché non ascoltando il suo capo è morto sotto le bombe e felici perché lui ha realizzato il suo sogno».
Leonardo C., Christian C., Emily C., Filippo F. e Aurora M. classe VA scuola Rodari Ancona
Siamo andati in giro per la nostra città alla scoperta delle pietre d’inciampo, un piccolo monumento per ricordare le persone deportate nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Le pietre d’inciampo sono state ideate dall’artista tedesco Gunter Demning. Il 27 gennaio 2025, in occasione della Giornata della memoria, siamo andati nel centro di Ancona a cercare le pietre d’inciampo. Ma cosa sono esattamente le pietre d’inciampo? Si tratta di piccoli monumenti di ottone, anche più piccoli di una lapide (10 x 10 x 10 cm) che stanno davanti ai portoni delle abitazioni o davanti ai negozi dove lavoravano le vittime del nazifascismo. Le prime pietre d’inciampo furono create ed esposte nel 1992, in Germania. Appena arrivati non sapevamo dove si trovavano di preciso, perciò la maestra ci ha detto: ‘Occhi aperti, guardate vicino ai negozi o vicino ai portoni’. La prima pietra d’inciampo l’abbiamo trovata davanti a un palazzo e apparteneva a Clara Sereno, nata nel 1911, arrestata il 16 ottobre 1943, deportata Auschwitz ed assassinata. Di seguito abbiamo trovato due pietre d’inciampo vicine. Noi pensavamo che si riferissero a un fratello e a una sorella. Il maschio si chiamava Mosè Coen, nato nel 1891, arrestato il 12 maggio 1904 e deportato Auschwitz, poi qui assassinato, mentre la sorella si chiamava Enrica Coen, nata nel 1888, arrestata il 16 ottobre 1943, deportata Auschwitz e qui assassinata il 23 ottobre 1944.
Abbiamo anche trovato Piero Sonnino, nato nel 1900, arrestato il 25 dicembre 1943, deportato ad Auschwitz ed assassinato il 20 gennaio 1945.
Ne abbiamo trovate altre… In tutto erano sette.
Nel ‘cadere’ sulle pietre d’inciampo ci siamo sentiti tristi e dispiaciuti, ma soprattutto esse ci hanno fatto riflettere sul passato, su come le persone sono state portate via da casa loro, e di sono state trattate. Dopo aver finito la passeggiata, l’abbiamo raccontata ai nostri genitori, e loro non sapevano cos’erano le pietre d’inciampo, così glielo abbiamo spiegato. Alcuni di noi si sono stupiti nel vedere le pietre, in quanto non le avevano mai notate pur passando di lì chissà quante volte. Altri invece non le apprezzano e le imbrattano e rovinano; infatti la notte tra il 9 e il 10 dicembre 2018 a Roma sono state portate via da mani sconosciute, ma per fortuna altre mani, tra cui quelle di studenti universitari, hanno fatto ribrillare le pietre d’inciampo anche più di prima.
Emily, Elia e Dreick