Regalare la speranza di vivere La missione di Francesca Fiorini
La classe 2D della scuola Guido Reni ha incontrato alcuni volontari di Medici Senza Frontiere Un incontro dedicato al coraggio degli operatori che salvano la vita di centinaia di persone

La nostra scuola ha ospitato alcuni volontari di Medici Senza Frontiere appartenenti al gruppo di Bologna – Agata Fadda, Stefano Mengoli, Luigino Brusco- e l’operatrice umanitaria Francesca Fiorini. «Siamo senza frontiere e curiamo chiunque abbia bisogno. Interveniamo in condizioni estreme: nelle guerre, nei campi profughi, dove ci sono povertà, malattie e catastrofi. I nostri operatori devono possedere una grande esperienza per poter fare diagnosi in assenza di attrezzature e tecnologie«, riferisce Agata Fadda, che ci presenta la dottoressa Francesca Fiorini, che abbiamo intervistato.
Fiorini, da quando lavora per Medici Senza Frontiere? «Sono un medico di base; dopo la pandemia Covid ho lasciato il mio lavoro a Bologna per allargare le mie frontiere».
In quali posti è stata e di cosa si occupa? «Sono stata in Tanzania, in Congo, in Sudan. Lavoro nei reparti di pediatria degli ospedali; mi occupo della malnutrizione e delle gravi malattie infantili».
Come sono gli ospedali di quei posti? «I più grandi si trovano nelle città.
Negli ospedali spesso manca l’acqua. In quelli dotati di rete idrica, si raziona per tutti gli interventi; in altri, l’acqua viene recuperata dell’esterno e depurata prima dell’utilizzo. Msf supporta le strutture locali o ne crea delle nuove.
Gli ospedali si raggiungono in auto, in ambulanza, a piedi, con gli asini: molti malati devono camminare per 3-4 ore per essere curati.
L’equipe di Msf fornisce cure a chi vive in villaggi remoti e con la sua auto trasporta i malati negli ospedali più vicini».
Ci sono persone che rifiutano il vostro aiuto? «Chi arriva in ospedale non rifiuta mai le cure mediche, ma per strada c’è diffidenza. In Tanzania, durante un incidente in moto, abbiamo prestato soccorso e caricato i feriti in auto; le persone non capivano la nostra lingua e le nostre intenzioni. Con il personale locale parlo in inglese, mentre per interloquire con i pazienti mi aiuta un interprete locale». Siete a rischio nei Paesi in guerra? «I rischi ci sono e ne siamo consapevoli, però gli esperti di Msf fanno di tutto per rendere sicuro il lavoro degli operatori umanitari».
Cosa la soddisfa di più nel suo lavoro? «Provo una grande emozione quando vedo che, dopo essere stati curati, i bambini sorridono e camminano con le proprie gambe».
Classe 2D: Chiara A, Sofia, Jesus, Giulia, Andrea B, Enrico, Giorgia, Alessandro, Chiara C, Nina, Tiago, Imane, Bianca, Vittoria, Zakaria, Filippo, Alice, Mattia, Andrea R, Emma, Francesco, Noa. Prof.ssa Linda Antonacci
Medici Senza Frontiere è un’organizzazione medico sanitaria internazionale che agisce in più di 80 Paesi del mondo. Il suo obiettivo è salvare vite umane offrendo assistenza sanitaria e supporto psicologico nelle zone colpite da conflitti, epidemie e catastrofi naturali. Durante il covid Msf ha messo a disposizione le proprie conoscenze tecniche e pratiche legate alla prevenzione. L’associazione non ha vincoli statali e politici perché possiede una propria autonomia economica grazie alle donazioni dei privati; è neutrale e imparziale perché cura tutte le vite umane, senza discriminazioni razziali, religiose o di genere. Msf viene fondata nel 1971 da dei medici francesi che, sconvolti dal genocidio in Biafra (Nigeria), lasciano la Croce Rossa e costituiscono una nuova organizzazione che denuncia e racconta pubblicamente ciò che si cela dietro le crisi umanitarie. Dagli anni ‘70 ad oggi, Msf ha operato in diversi contesti: il terremoto ad Haiti e lo Tsunami in Indonesia; nei conflitti armati come la Guerra del Golfo, in Libia, in Medio Oriente e in Ucraina; nelle crisi epidemiche come quella di Ebola in Africa; emergenze nutrizionali come le carestie in Angola e in Ciad. Nel 1999, Msf ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace, il cui ricavato è stato destinato a campagne vaccinali e nutrizionali e alla cura di alcune malattie dimenticate come la malaria.
Le donne e i bambini sono tra i pazienti più seguiti da Medici Senza Frontiere, perché più vulnerabili in contesti di alta insicurezza. In molti paesi in via di sviluppo, come l’Afghanistan o il Sudan, dove molte donne muoiono a causa di complicazioni durante la gravidanza o per parti difficili, Msf ha avviato progetti specifici per fornire assistenza medica e psicologica prenatale e post-parto, nei reparti di ostetricia e pediatria degli ospedali locali.
L’assistenza sanitaria materno-infantile prosegue dopo il parto con visite mediche post natali, vaccinazioni e cure per la malnutrizione. Nel 2019, in Afghanistan, l’équipe di Msf ha curato moltissimi bambini affetti da infezioni respiratorie acute e ha avviato la gestione di un Centro di alimentazione terapeutica nel reparto pediatrico dell’ospedale di Herat. In aggiunta, da oltre vent’anni, Msf porta avanti la Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali.